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La crisi del lavoro può essere analizzata come momento drammatico della crisi economica, ma anche come elemento strutturale di una mutazione economico-sociale e normativa di un mondo del lavoro che ha vissuto nell'ultima decade una costante destituzione dalla sua centralità nei processi sociali. Il volume analizza la dimensione continentale della crisi, soffermandosi su alcuni aspetti particolarmente critici come la disoccupazione, la disoccupazione giovanile e il progressivo deterioramento delle condizioni del lavoro. Ampio spazio è dato alle trasformazioni normative (e a talune proposte di intervento) che hanno caratterizzato il dibattito giuridico, sindacale e politico in Italia dagli anni '90 sino ai giorni nostri. L'autore pone il tema dell'attualità e della necessità di una rinnovata concezione del lavoro come veicolo di crescita sociale e come "bene comune". Proprio a partire da questa impostazione individua un elemento di flessibilità differente dalla flessibilità individuale, finalizzato a rilanciare l'occupazione, a non deprimere ulteriormente la domanda aggregata e al rilancio di interi settori in crisi. Su questo elemento vengono costruite proposte peculiari e policy di intervento, differenti dagli strumenti oggi a disposizione delle aziende in crisi. Fondamentale, in queste proposte, è il ruolo degli enti locali e delle comunità territoriali.